Non solo mare: Favignana scopre la vocazione enologica (grazie a Firriato)
Il mare è oltre la strada. Accanto ai primi filari, sul terreno, piccoli accumuli di stelle filanti di poseidonia secca, qua e là spicca un fossile. Vigna o spiaggia? Viticultura, se non eroica, certamente ardimentosa. Non a caso, qui a Favignana, l’isola più nota delle Egadi, di fronte a Trapani, i vigneti erano spariti da cent’anni. A riportare l’uva sull’isola – con un impegnativo progetto che prevede in futuro anche uno spazio destinato all’ospitalità – è l’azienda vinicola Firriato che nel 2009 ha avviato la produzione di vini a Favignana con la Tenuta di Calamoni, situata sul versante centro-meridionale, nella parte più stretta della lingua di terra dominata da un alto promontorio. Il suolo è terra emersa ed il mare ha un ruolo fondamentale nel determinare le proprietà organolettiche delle uve, donando ai vini un bagaglio di componenti saline e minerali. A Favignana la casa vinicola trapanese realizza produzioni limitate, di nicchia, con una forte connotazione territoriale. Il vigneto si estende su poco più di 5 ettari, delimitati dai tradizionali muretti a secco.
Nel 2011 all’interno della Tenuta di Calamoni è stato realizzato un piccolo campo sperimentale, dove è stata messa a dimora una serie di esemplari a piede franco di vitigni autoctoni. “La scelta sperimentale centrata sulla vite a piede franco in ambiente marino, ha dato i risultati sperati – spiega Federico Lombardo di Monte Jato, attivo in azienda con la moglie Irene, figlia dei fondatori -: ci garantisce una maggiore capacità di adattamento delle singole piante all’habitat ed una maggiore resistenza rispetto alle piante con porta innesto. La sabbiosità dei terreni e la matrice salina che caratterizza questo suolo sono un deterrente naturale agli attacchi della Fillossera. Favignana, in tal senso, è un’isola felice”.
Come nelle altre cinque tenute (oltre a Favignana, le colline dell’agro trapanese e l’Etna) la coltivazione è certificata bio. In tutto sono 350 gli ettari di vigneto dell’azienda a regime di agricoltura biologica certificata: Firriato (4,5 milioni di bottiglie l’anno e 32 etichette) è stata anche una delle prime cantine in Italia ad ottenere la certificazione ISO 14064 in materia di riduzione e contenimento dei gas serra. Le uve Zibibbo di Favignana, trasportate in barca appena colte verso la cantina di Trapani, vengono in parte poste all’appassimento: controllate ogni giorno e trattate solo a mano, si appassiscono sotto il caldo sole della Sicilia orientale. A tener lontano le vespe dei cartoncini con lische di pesce impastate di miele.
Nelle Egadi si produce la linea Favinia, un blend bianco (La Muciara: Grillo, Catarratto & Zibibbo), uno rosso (Le Sciabiche: Perricone & Nero d’Asola) e un passito naturale (Passule’), realizzato con un metodo particolare perché l’uva passa viene infusa nel vino e non nel mosto.
Grazie all’insediamento Firriato l’isola trova una nuova vocazione. L’area marina protetta sta attirando un turismo più selezionato, così come l’ex-tonnara Florio oggetto di una ristrutturazione filologica: ora il vigneto sul mare può attirare anche enoturisti.
Fonte: food24.ilsole24ore.com