Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica
La Tonnara di Favignana, ufficialmente denominata Ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica, è una antica tonnara, con annesso stabilimento per la conservazione del pescato, sita a Favignana nelle isole Egadi. Con i suoi 32 mila metri quadri, di cui 3/4 coperti, è una delle più grandi tonnare del Mediterraneo.
La famiglia Florio nel 1841 prese in affitto la tonnara per la mattanza dalla famiglia Pallavicini di Genova. Acquistate le isole di Favignana e Formica e acquisiti i diritti di pesca nel 1874, ad opera di Ignazio Florio che chiamò l’architetto Giuseppe Damiani Almeyda e ampliò e ristrutturò la tonnara, costruendo lo stabilimento per la conservazione del tonno. Il primo del suo genere ed è qui che fu inventato il rivoluzionario metodo della conservazione del tonno sott’olio dopo la bollitura e inscatolamento[1].
Il tonno tagliato a pezzi veniva cotto in 24 grandi caldaie, ancor oggi visibili, e, successivamente, posto ad asciugare. In un altro ampio locale si effettuava la lavorazione delle latte, mediante utilizzo di macchine e saldatrici. Alla Esposizione universale del 1891–92 la Florio presentò anche innovative scatolette di latta con apertura a chiave. Con la costruzione dello stabilimento, il rinnovato impulso dato alla pesca e alla commercializzazione del tonno rosso, sui principali mercati nazionali e stranieri, fu ampiamente ripagato dal successo, sia in termini di immagine che di profitto. E anche quando, nei primi decenni del ‘900, quello che era stato il più importante gruppo industriale e finanziario siciliano fallì, lo Stabilimento Florio, rimase pienamente produttivo passando, nei primi anni trenta, prima tra le aziende di proprietà dell’IRI, e nel 1938 nelle mani degli imprenditori genovesi Parodi (Giovan Battista e Vittorio) che proseguirono l’attività[2], che ancor oggi gestiscono il marchio Tonnare Florio. Nel 1985 la gestione dell’attività fu affidata all’imprenditore trapanese Nino Castiglione, proprietario di un’industria conserviera e che già gestiva la tonnara San Cusumano. Nel 1991 lo stabilimento fu acquisito dalla Regione Siciliana[3].
I lavori, avviati dai tecnici della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani, si sono conclusi nel 2010, facendone uno splendido esempio di archeologia industriale.
Al suo interno uno spazio è destinato a museo, con sale multimediali,testimonianze video legate alla mattanza e alla tonnara, e inoltre filmati storici concessi dall’Istituto Luce. L’ingresso è solo in gruppi guidati a pagamento[4]. È presente un'”antiquarium” con reperti archeologici ritrovati nell’arcipelago, tra cui alcuni della battaglia delle Egadi.[5]
Fonte: https://it.wikipedia.org